Il percorso orientato al Commercio internazionale è anche detto "internazionalizzazione passiva"; mentre quello orientato al Marketing internazionale è definito “internazionalizzazione attiva”.
L'impresa è orientata all'internazionalizzazione "passiva" quando sono altri operatori economici che trovano conveniente acquistare i suoi prodotti (importatori buyer, trader, dealer indipendenti, ...).
Pertanto, il suddetto percorso della impresa esportatrice si caratterizza attraverso:
L'approccio descritto consente di "fare fatturato".
Esso, tuttavia, è ben diverso da un percorso di Marketing internazionale che miri a realizzare una posizione solida e stabile dell'azienda sui mercati Esteri.
Adottare un approccio "attivo" all'internazionalizzazione significa ragionare in chiave di Marketing internazionale,
scegliendo a chi vendere, che cosa vendere e come vendere, programmando le azioni conseguenti.
Questo, perseguendo uno sviluppo sostenibile e duraturo su uno o più mercati Esteri.
Le aziende che applicano il marketing all'internazionalizzazione:
Nuovi clienti, nuovi mercati.
Questa è la strada obbligatoria che devono percorrere le imprese italiane nel Terzo Millennio.
Purtroppo – nella definizione dei mercati di sbocco - la scelta è spesso grottesca: la stragrande maggioranza delle aziende piccole e medie, infatti, scelgono la ..."pseudo-praticità". Vale a dire che scelgono semplicemente la cosiddetta "esportazione di prossimità", oppure scelgono di andare in quei Paesi dei quali si parla molto e tutti ci vanno.
Né l'una né l'altra scelta sono frutto di un comportamento strategico, perché la scelta di un Paese/obiettivo deve essere la conseguenza di un'attenta pianificazione strategica dell'azienda e di un'analisi del mercato globale.
Oggi, l'azienda che non è "Marketing oriented" non può essere competitiva e quindi il suo permanere sul mercato diventa sempre più critico. Infatti, molte aziende hanno avviato contatti con Paesi ad economia emergente, ma con scarsi risultati:
La comprensione di un mercato difficile, diverso, lontano (non solo in senso geografico) prende origine dal salto culturale dell'impresa nel suo insieme.
La creatività e l'innovazione, unite al Marketing, costituiscono la piattaforma dalla quale parte il rilancio delle imprese italiane, soprattutto le PMI.
Per questo esse devono investire nel processo di internazionalizzazione che comprende la penetrazione nei mercati (per comprare e per vendere), le strategie di delocalizzazione, le alleanze ed il franchising internazionali, ecc.
Internazionalizzare significa riconoscere l'opportunità di sviluppo oltre i confini nazionali ed essere consapevoli della necessità di cambiare.
Portare l'azienda su uno o più mercati esteri è un processo che si può paragonare all'apertura di una impresa nuova.
Questo, perché all'Estero:
Pertanto, bisogna raccogliere informazioni, attivare relazioni, prevedere spese di viaggio e soggiorno nei Paesi che si vogliono conquistare.
Inoltre, bisogna studiare la domanda locale e valutare le possibilità di adeguamento.
E' necessario (almeno):
E queste sono soltanto le cose più importanti.
Gli effetti degli investimenti necessari per entrare in nuovi mercati si diluiscono nel tempo. Quindi, bisogna aver previsto attentamente il fabbisogno finanziario, per non trovarsi "asciutti" in corso d'opera.